Musica Jazz – Tino Tracanna & Acrobats “Red Basics”

Musica Jazz – Luglio 2016

tino tracanna Acrobats

Con la ritrosia verso ogni forma di ridondanza che caratterizza da sempre la personalità di Tino tracanna, a distanza di tre anni dal bel debutto eponimo arriva il secondo album degli “acrobati”.
Il disco conferma e rafforza quanto di ottimo i cinque avevano già fatto ascoltare: un jazz affatto contemporaneo, teso e vibrante, che sa trovare sempre un equilibrio mirabile (appunto “acrobatico”) tra le ragioni della scrittura e quelle dell’improvvisazione, offrendo spazi paritari per le individualità di livello assoluto che nel quintetto si ritrovano, tutte poste in condizioni di spiccare con performances maiuscole.

Il gusto per la complessità delle strutture si coniuga spontanemente con un non scontata capacità di comunicare, che evita ogni rischio di autoreferenzialità; ciò contribuisce non poco alla riuscita complessiva del programma, che dall’apertura nervosa, sghemba e graffiante di Laudano e Red evolve naturalmente (introdotto da un sapido stacco di Dalla Porta) verso la cantabilità di Mercato dei Pazzi e la parentesi assorta di Pallida Luna, per poi riprendere il saliscendi con il beat rocheggiante di Trimalcione.
Incantamento segna una squisita parentesi melodica, prima della sincopata Sins e del finale divertito (e divertente!) che mette in fila Jelly’s Quantum Stomp e Basics.

Una menzione particolare è dovuta alla finissima qualità espressiva del leader al soprano.
Ottima, come da consuetudine, in casa Parco della Musica, la registrazione.
Album fresco e originale, da ascoltare.


Sandro Cerini

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Classic Voice - Red Basics Tino Tracanna Acrobats

Classic Voice - recensioni Luglio 2016

Red Basics cover

Già sassofonista del Paolo Fresu 5et, il livornese Giustino Tracanna detto Tino passa a pieni voti la seconda prova con gli Acrobats, il quintetto a suo nome fondato nel 2012 con Mauro Ottolini, Paolino Dalla Porta, Roberto Cecchetto e Antonio Fusco.
Compositore di ampie vedute e ispirazioni, Tracanna è capace di mettere d’accordo il libero dialogo collettivo di Basics con l’ironia frammentata di Red senza perdere di vista la propria impronta stilistica.

Un mainstream postmoderno che danza con impeto sanguigno sulle Scale pentatoniche del tema lirico del Mercato dei pazzi, eseguito all’unisono dai due ottoni; per passare alle ritmiche spezzate di Jelly’s Quantum Stomp, dove l’inserimento pulsante del contrabbasso di Dalla Porta tiene in equilibrio il chiaroscuro timbrico dei dialoghi tra i sassofoni del titolare (tenore e soprano alternati) e i mille colori del trombone (con e senza sordina) di Ottolini.

In fogge cromatiche fantasiose i disegnano linee melodiche che scorrono limpide in Incantamento per poi lacerarsi come acque fluviali accelerate dall’improvvisa pendenza di una rapida in Laudano.

Dove il tappeto ritmico policromo di Antonio Fusco completa il dialogo con una finezza manuale degna della migliore tradizione percussionistica di stampo jazz.

Quando infine Paolino Dalla Porta si confronta a tu per tu in Pallida luna prima con Tino Tracanna poi con Mauro Ottolini, sorgono chiari i segni della maturità musicale raggiunta dalla formazione.

Un disco, insomma, che riesce a coinvolgere l’ascoltatore attraverso un’inventiva piena di risorse.

Jazz che brilla e diverte evitando le vie facili, anzi, riuscendo a conciliare una ricerca declinata senza compromessi e scorciatoie con un risultato musicale comprensibile e sorprendentemente efficace.

Alessandro Traverso

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Il Manifesto - Tino Tracanna Acrobats “Red Basics”

Il Manifesto - 9 Aprile 2016

Red Basics cover

Con la ritrosia verso ogni forma di ridondanza che caratterizza da sempre la personalità di Tino tracanna, a distanza di tre anni dal bel debutto eponimo arriva il secondo album degli “acrobati”.
Il disco conferma e rafforza quanto di ottimo i cinque avevano già fatto ascoltare: un jazz affatto contemporaneo, teso e vibrante, che sa trovare sempre un equilibrio mirabile (appunto “acrobatico”) tra le ragioni della scrittura e quelle dell’improvvisazione, offrendo spazi paritari per le individualità di livello assoluto che nel quintetto si ritrovano, tutte poste in condizioni di spiccare con performances maiuscole.

Il gusto per la complessità delle strutture si coniuga spontanemente con un non scontata capacità di comunicare, che evita ogni rischio di autoreferenzialità; ciò contribuisce non poco alla riuscita complessiva del programma, che dall’apertura nervosa, sghemba e graffiante di Laudano e Red evolve naturalmente (introdotto da un sapido stacco di Dalla Porta) verso la cantabilità di Mercato dei Pazzi e la parentesi assorta di Pallida Luna, per poi riprendere il saliscendi con il beat rocheggiante di Trimalcione.
Incantamento segna una squisita parentesi melodica, prima della sincopata Sins e del finale divertito (e divertente!) che mette in fila Jelly’s Quantum Stomp e Basics.

Una menzione particolare è dovuta alla finissima qualità espressiva del leader al soprano.
Ottima, come da consuetudine, in casa Parco della Musica, la registrazione.
Album fresco e originale, da ascoltare.


(g.di.)

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