Il progetto Double Cut nasce come evoluzione della ricerca sonora e stilistica del duo, tutt’ora attivo, composto da Tino Tracanna (sax soprano, tenore e baritono) e dal suo ex studente Massimiliano Milesi (sax tenore e soprano). Proprio nel dipartimento jazz del Conservatorio di Milano, infatti, i due strumentisti hanno avuto modo di condividere la passione per la storia del sassofono e nel 2014, in occasione dell’anniversario della nascita di Adolphe Sax, è nata l’idea di creare un progetto musicale comune, volto ad esplorare le potenzialità espressive di questo strumento. Ad ampliare il raggio d’azione delle loro esplorazioni sonore è stata l’evoluzione dell’organico in un quartetto pianoless con l’aggiunta della sezione ritmica composta da Giulio Corini (contrabbasso) e Filippo Sala (percussioni). Partendo dal repertorio del duo, la formazione ha fatto della sua insolita frontline con due sax un vero e proprio valore aggiunto, sviluppando nuove composizioni nelle quali spicca il magmatico confronto generazionale tra Tracanna e Milesi. Il risultato è una vera e propria fucina creativa, “luogo” di incontro musicale in cui si attraversa in lungo ed in largo il jazz spaziando dalla rielaborazione di standard a brillanti composizioni originali, passando per improvvisazioni a tutto campo ed evocazioni di temi popolari. A distanza di due anni dall’ottimo esordio omonimo, ritroviamo il quartetto Double Cut con “Mappe”, nuovo album che già nel titolo rimanda al viaggio sonoro proposto da Tracanna e soci attraverso territori musicali differenti. Composto da otto brani originali, a cui si aggiunge la superba rilettura di “The Train And The River” di Jimmy Giuffre, il disco disegna rotte avventurose in cui si attraversano temi cantabili in cui viene esaltato l’interplay tra i due sax e spaccati sonori in cui la ritmica aggiunge imprevedibilità, passando per divagazioni stilistiche tra swing, bop e ballad. Aperto dal trascinante crescendo di Olii Esausti nel quale i due sax danno vita ad una scorribanda sonora incalzati da contrabbasso e batteria, il disco entra nel vivo con gli otto minuti di “Biglie e Castelli di Sabbia” firmata da Filippo Sala e nalla quale si intrecciano sogni e ricordi autobiografici dell’infanzia. Se “Spiritual Legacy” è un elegante omaggio ad Ornette Coleman, la successiva “Triads” è tutta giocata sui contrasti tra i due sassofoni e la trama ritmica. Si prosege con la ballad poetica “Pow How” a cui segue l’improvvisazione corale di “Settepersette” e la già citata “The Train and The River”. Completano il disco la swingante “Chiarivari” e “Love and Love Again” in cui il quartetto rende omaggio a Tom Waits. Insomma “Mappe” è un lavoro di grande pregio, da ascoltare con grande attenzione per coglierne a pieno le tante sfumature che lo impreziosiscono.